SUPERSEX
Ve lo dico subito: non aspettatevi scene di sesso sfrenato e vagine e membri in ogni scena. (Non in tutte, almeno).
Detto questo, la serie è liberamente ispirata alla vita di Rocco siffredi, il famoso pornoattore, con l'aggiunta di qualche personaggio immaginario per arricchire la trama.
Sceneggiata da Francesca Manieri e diretta da Matteo Rovere, la serie racconta di come un ragazzo delle case popolari di Ortona arrivi a diventare uno degli attori porno più famosi al mondo.
Si inizia quasi dalla fine, a Parigi, nel 2004, quando Siffredi durante una conferenza annuncia il suo addio alle scene spiazzando i cronisti.
Poi si torna indietro, dove un Rocco bambino trova per caso una copia di Supersex (rivista di fotoromanzi hard in vendita in Italia negli anni Settanta e Ottanta) e ne rimane affascinato.
Sfoglia il giornaletto e vede nel protagonista una sorta di supereroe dotato del superpotere di scoparsi tutte le donne che vuole.
Crescendo si convince di possedere lo stesso potere e la conferma avviene in un club per scambisti a Parigi.
In Francia è ospitato dal fratello Tommaso (Adriano Giannini) e la moglie Lucia (Jasmine Trinca).
Con il fratello – un personaggio autodistruttivo, che come un esplosivo danneggia chiunque si trovi nel suo raggio – ha un rapporto conflittuale.
Da bambino era per lui un mentore, un esempio da seguire poi con il tempo diventa consapevole della sua tossicità e lo lascia al suo destino proseguendo per la sua strada.
Con Lucia – da cui è attratto, forse innamorato, fin da bambino – ha un rapporto ambiguo: inizialmente di attrazione, che rimane platonica a causa di Tommaso, e poi con il passare del tempo si trasforma in un sentimento dolce, fraterno.
La grande maggioranza dei conflitti nella narrazione avvengono tra questi tre personaggi ma, a mio parere, il fulcro principale della storia è la dissonanza tra Rocco Tano e Rocco Siffredi.
Il primo sente costante la colpa e il rimorso. Legato alle radici bigotte delle sue origini, al bisogno di approvazione materno (dalla quale cerca sempre uno sguardo) che lo vorrebbe una persona “normale”; l'altro, invece, quello che segue il suo istinto, il suo talento, senza limiti e libero dalle opinioni altrui. Un supereroe: Supersex.
Mi è piaciuta molto Moana Pozzi, interpretata da Gaia Masserklinger. Molto somigliante nell'aspetto, fa percepire chiaramente la malinconia e l'inadeguatezza della porno attrice.
Spiazzante la scena in cui gli viene affibbiato il nome d'arte Siffredi. Appellativo che deriva dal personaggio Roch Siffredi nel film Borsalino, interpretato da Alain Delon.
Infine, la curiosità suprema di chi guarderà la serie: Alessandro Borghi sarà all'altezza e soprattutto alla lunghezza del ruolo?
SPOILER
Ebbene sì. Alessandro Borghi – molto apprezzato in Suburra, la serie più che il film – si è dimostrato all'altezza dal punto di vista recitativo. Senza cercare di imitare il porno attore, cerca e trova una interpretazione più personale e allo stesso tempo utilizza un particolare inequivocabile che caratterizza Rocco: la risata.
Per quanto riguarda la lunghezza non sfigura al paragone con il re del porno. Lo potete constatare con i vostri occhi alla fine della quarta puntata. Anche se qualche invidioso dice che è Photoshop.



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