SUPERARE I LIMITI

 



Nell'antica Grecia all'entrata del tempio di Apollo a Delfi c'era l'epigrafe γνῶθι σαυτόν.

Uno dei significati è: “conosci te stesso”, una frase molto conosciuta e associata soprattutto al filosofo Socrate.

C'è un altro significato che è: “controlla i tuoi limiti”, secondo gli storici era un monito agli uomini, che entravano nel tempio, a ricordare i loro limiti e la loro finitezza.

La temperanza era una delle virtù più apprezzate nell'antica Grecia; Aristotele la inserì nella sua etica come una delle virtù da perseguire per raggiungere la felicità, per Socrate era una delle virtù fondamentali e lo stesso era per gli Stoici.

L'esempio più rappresentativo ci viene raccontato nell'Iliade da Omero, quando Patroclo dopo le innumerevoli richieste ad Achille per affidargli le sue armi e la sua armatura per combattere i Troiani ormai giunti fin sotto le tende dell'accampamento sulla spiaggia, viene accontentato. Achille lo esorta però a limitarsi solamente a scacciare i Troiani e allontanarli da lì, senza avventurarsi oltre, senza esagerare e prendere per sé tutta la gloria. Patroclo accetta le richieste ma in battaglia preso dalla rabbia e dalla foga si spinge fin sotto le mura Troiane, dove viene ucciso.

Nel nostro tempo il concetto di temperanza è ormai scomparso. La società ci incentiva a sviluppare il nostro sé individualista alla massima potenza e a superare tutti i limiti, in un'estenuante crescita esponenziale, e l'epigrafe fuori al tempio del dio consumista-capitalista è: “o cresci o muori!”.

Per chi ci riesce si spalancheranno le porte della felicità per chi invece no, si aprirà la voragine dell'infelicità e della depressione.

Ma è evidente che in questo sistema c'è una falla e che per conoscere profondamente noi stessi dobbiamo accettare i nostri limiti, anche al costo di fermarci, di interrompere il percorso.

Solo fermandoci e uscendo da quel vortice incessante della crescita ad ogni costo, riusciremo a guardarci dentro e, finalmente, a conoscerci profondamente: i nostri limiti ma anche i nostri punti di forza.

Ma attenzione... fermarci non vuol dire, in ogni caso, non crescere più; vuol dire, anzi, prepararsi a crescere ancora di più. Ma nella direzione che scegliamo noi, non in quella in cui eravamo trascinati come un criceto che gira nella ruota all'infinito senza meta.


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