SPIRITO APOLLINEO E SPIRITO DIONISIACO

 

Nella filosofia nietzschiana c'è il concetto di “spirito apollineo e spirito dionisiaco” che viene approfondito, dal filosofo, nell'opera “La nascita della tragedia”.

Lo spirito apollineo è razionale, ordinato, illuminato; lo spirito dionisiaco è irrazionale, caotico, oscuro.

Sono in antitesi, due estremi opposti.

Le persone “apollinee” sono quelle che fanno affidamento sulla razionalità, tutto è spiegabile e può essere controllato, la mente razionale viene elevata al di sopra di ogni effimera sensazione.

Le persone “dionisiache” sono caotiche, oscure, vivono intensamente ogni sensazione e danno ad esse un'importanza totale. Le elevano come indicatore assoluto: “Se sento questa sensazione... vuol dire che è giusto!”. Ogni meccanismo di razionalizzazione viene rifiutato; viene percepito come un tentativo di frenare, limitare qualcosa.

La totale appartenenza ad uno dei due atteggiamenti ci scaraventa inevitabilmente agli estremi.

Negli estremi la serenità scompare creando disagio e insicurezza; nel mezzo, invece, di questi due estremi, c'è l'euthymia uno stato d'animo di tranquillità - che non è un distacco totale dalle passioni, ma una sorta di soddisfazione, di appagamento interiore – una perfetta coesione tra spirito apollineo e spirito dionisiaco. Il giusto equilibrio tra gli estremismi.

L'ago della bilancia può oscillare un po' tra un estremo o l'altro, ma senza rimanerci a lungo.


"Un anima fine non è quella che è capace dei voli più alti, ma quella che si alza poco e si abbassa poco, e abita però sempre in un'aria e a un'altezza libere e luminosa”


Friedrich Nietzsche

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