COLTIVARE IL PROPRIO GIARDINO


Nel “Candido o l'ottimismo”, il romanzo del filosofo Voltaire, nella conclusione – quando Candido dopo varie peripezie ritrova la sua amata e tutta la sua combriccola e si riuniscono tutti insieme in una piccola fattoria, dove passano le giornate a filosofare e annoiarsi – avviene un incontro che fa riflettere il protagonista. Mentre ritornano da Costantinopoli, dopo aver incontrato un filosofo turco, incontrano un buon uomo che li ospita in casa. Lì vengono accolti dalle due figlie dell'uomo che offrono agli ospiti frutta fresca in quantità e tante altre prelibatezze. Candido rimane sorpreso da tutta questa abbondanza e dice all'uomo che sicuramente per avere tutti questi frutti avrà una vasta e magnifica terra; ma il turco gli risponde di possedere solo una piccola terra che coltiva con le sue figlie e conclude dicendo: “il lavoro allontana da noi i tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno”.
Dopo questo incontro Candido decide di coltivare la terra della piccola fattoria, tutta la combriccola aderisce al progetto con entusiasmo e impegnati nel lavoro ritrovano un nuovo scopo e alleviano i loro dispiaceri.

Spesso quando siamo impegnati in vari progetti, non solo lavorativi, arriva un momento in cui desideriamo staccare tutto, restare a casa e rilassarci senza fare niente. Se lo facciamo per un po' di tempo, liberati dal peso degli impegni, ci sentiamo bene, pensiamo di non voler tornare più alla vita di prima e restare tutto il tempo sdraiati sul divano a vedere la Casa di carta. Ma dopo un po' di tempo iniziamo ad annoiarci e vogliamo riprendere tutti i nostri progetti al più presto e più motivati che mai.
E in quel momento che ci rendiamo conto di quanto sia importante avere un nostro giardino e poterlo coltivare giorno dopo giorno.

In questo momento di immobilità forzata per chi ha la fortuna di restare a casa con tranquillità, sapendo che finito tutto potrà ritornare agli impegni di prima, è una buona occasione per riflettere e comprendere che il lavoro e gli impegni ci allontanano dai grandi mali e che “coltivare il nostro giardino” è un grande privilegio.



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