Inizia
così “Le
ali della libertà” film del 1994, con Tim Robbins e Morgan
Freeman, tratto da un racconto di Stephen King.
Inizia
anche, paradossalmente, il percorso verso la libertà per Andy
Dufresne, interpretato da Tim Robbins.
Non
la libertà fisica che, inevitabilmente, perderà in seguito alla
reclusione ma quella interiore.
Quella
che, di solito, si acquisisce dopo una redenzione, dopo aver
toccato il fondo. E Andy, il fondo lo tocca eccome. Viene
sbalzato dalla sua realtà confortevole e catapultato nell'inferno di
quella prigione, nonostante sia innocente, e lì patisce le più
atroci sofferenze e umiliazioni.
Resiste
alle vessazioni con tenacia anche se gettare la spugna sarebbe una
scelta comprensibile, come quando “le sorelle”, un gruppo di
uomini spregevoli, tentano insistentemente di sottometterlo; ma lui
resiste, e lo fa con quella lucidità che lo contraddistingue senza
agire istintivamente rischiando di peggiorare la situazione.
C'è
qualcosa di diverso in lui; qualcosa di diverso dagli altri
detenuti. E non si tratta della sua innocenza o della sua istruzione
(fuori dal carcere era il vice-direttore di una banca) ma è qualcosa
di più: un atteggiamento... una propensione alla speranza,
ecco.
Red,
interpretato da Morgan Freeman e suo amico nella prigione di
Shawshank, la descrive alla perfezione: “Camminava per il
cortile della prigione con aria spensierata come se fosse ai giardini
pubblici”. Questa sua tranquillità nonostante la grave
situazione, non è dovuta come si può immaginare al fatto che si sia rassegnato al suo amaro destino, assolutamente no! E' dovuta al
fatto che lui riesce a vedere uno spiraglio di luce, anche se
affievolito, nelle tenebre di quell' inferno. Ma c'è. E lui lo vede.
Lo
vede al punto che scava letteralmente il tunnel e abbatte quel muro
insormontabile che lo separa dalla luce calda e abbagliante della
libertà.
In
qualunque circostanza anche la più terribile, la speranza e il
coraggio di seguire quello spiraglio di luce affievolito confidando
in un futuro migliore fa la differenza.
Quella
differenza sottile che per Andy, nel film, e per noi, nella vita
reale, può decidere tra la reclusione o la libertà.
Bravo Eddy.
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